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Mentre l’Italia va in pezzi

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Verona, 22 settembre 2015. - Lettera firmata

Le promesse del capo del Governo e i contributi integrativi dei Comuni.

Egregio Direttore, lo scorso gennaio presentai ai Servizi sociali del Comune di Verona (siti in vicolo san Domenico 13 b) - tramite l'Acai di via Roma cui conferii tutti i documenti richiesti, - domanda per l'assegnazione di un contributo per il canone di locazione dell'abitazione, giusto l'art. 11 della legge 9 dicembre 1998 n° 431.

Dopo una vita di lavoro, in età di 87 anni percepisco una pensione che con le promesse del capo del governo ammonta ad euro 850 mensili, di cui oltre 600 destinati alla pigione mensile, 150 alla quota mensile di spese condominiali, ed i rimanenti 100 a pagare le bollette di luce e gas (ho rinunciato al telefono) ed il vitto per la mia sopravvivenza. L'anno scorso, in esito a domanda analoga, con lettera 22 luglio 2014, prot. gen. 003 N. 198858 anno 2014 titolo 07 classe 12 – indirizzata ad un «Egregio Signor/Gentile Signora», - mi venne comunicato l'accoglimento della mia domanda con «l'assegnazione di un contributo di euro 247,8 quale forma di sostegno per il pagamento del canone di locazione relativo all'anno 2011» (sic).

All'epoca avevo debiti con la proprietà, l'amministrazione, i vari enti ed inoltre con chi mi aveva prestato aiuto, per oltre 6.ooo euro, che potei saldare solo mediante l'alienazione di beni. Quest'anno, a tutt'oggi 31 agosto non ho ancora ricevuto uno straccio di risposta.

Non ho preso nota e non sono in grado di riferire tutte le promesse fatte ai pensionati dal parolaio che il precedente monarca ci ha imposto. Ricordo solo che in luglio si riempì la bocca e ci colmò le orecchie del bonus di 800 euro che con la prossima mensilità di pensione ci sarebbe stato elargito. Ai primi di agosto non mi venne elargito un solo euro in più del sòlito, e alla banca dove la pensione mi viene accreditata mi dissero che, fra gli aventi diritto loro clienti, uno solo l'aveva avuto. Scusi, ma l'impegno era stato assunto pubblicamente con discorso televisivo dal capo del Governo (art. 1989 codice civile).

Il quale aveva proposto un patto contrattuale con il popolo italiano, scimmiottando e pappagallando Silvio Berlusconi senza rendersi conto del ridicolo in cui s'immergeva. Scusi Lei, ma il capo di quale governo? Non mi risulta che abbiamo un governo. L'Italia va in pezzi – anche materialmente – dalle Alpi alla Calabria, siamo amministrati da ladri e profittatori, i rapinatori ammazzano a coltellate e a bastonate, se ti difendi vai in galera, i giovani non hanno lavoro, i pensionati muoiono di fame.

Ora il signor Renzi (signor è un eufemismo) promette l'abolizione di tasse che lui stesso ha patrocinato. È un suo stesso ministro ad avvertire che le promesse son solo chiacchiere se non si diminuiscono le spese. Cominciamo col togliere a chi prende troppo per dare a chi prende troppo poco. E a fare senza parole bugiarde anziché parlare a vanvera senza poi fare.

Mentre l’Italia va in pezzi

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