La scorsa settimana è stata resa pubblica la deliberazione finale della Corte dei Conti sul bilancio provinciale per l'anno 2015: 66 pagine assai chiare e allo stesso tempo difficili da riassumere in poche righe. Molteplici sono le anomalie messe nero su bianco: la mancanza di un Collegio di revisori dei conti, influenze politiche sui revisori contabili, scarsa trasparenza sull'indebitamento provinciale, finanziamenti a privati a fondo perduto, trasferimenti a pioggia alle società partecipate, uso di derivati. La deliberazione della Corte è un bollettino preoccupante.
In conclusione, le irregolarità evidenziate mi allarmano e non mi consentono di tacere. In qualità di consigliere provinciale, non posso che constatare la deleteria amministrazione della cosa pubblica, il vergognoso scandalo di operazioni finanziarie rischiose e poco cristalline, la presenza di un sistema "ai limiti della legalità". Ciò che consegue è un duro colpo alla nostra autonomia, vieppiù in una fase storica in cui il Governo centrale attua l'indirizzo di pesanti tagli alle risorse delle regioni a statuto speciale. Parafrasando le parole di Degasperi (oltraggiato dalle attuali prassi), l'autonomia può essere giustificata solo se dimostriamo di riuscire a garantire qualità ed onestà, anche con minori risorse rispetto al passato.
Da un lato l'acume e la preparazione della Corte presieduta da Diodoro Valente, dall'altra la Provincia di Ugo Rossi e la sua propaganda infantile sbandierata ai quattro venti: ai trentini il compito di scegliere chi seguire.
*consigliere provinciale-regionale