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Politica e mutande, in Val d'Aosta

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MutandeAosta, 28 dicembre 2015. – di Giancarlo Borluzzi

Caro Direttore, il disinteresse generalizzato verso ogni aspetto culturale della politica è la premessa per un'epidermica levata di scudi nei confronti degli stipendi (provenienti dalle tasse di tutti) dei "politici". Purtroppo viene meno stigmatizzato il fatto, collegato al precedente, che le paghe eccessive spingono alla politica persone che dovrebbero fare altro nella vita, non parcheggiarsi nella gestione della cosa pubblica per meglio riempire il portafoglio.

C'è chi non ha ideologie da portare avanti e si intrufola in un qualche partito, magari addirittura creato (participio di Creare ...) per le proprie aspirazioni materiali; le ideologie vengono cambiate come fossero mutande per adattarle all'eventuale pensiero del movimento ritenuto più adatto a far tirare quattro paghe per il lesso di entità superiore a quelle raggranellabili dedicandosi a un lavoro vero.

Il riferimento alle peripezie del divertissement chiamato "Creare VdA" è assolutamente voluto. Un motore di questo giocattolo del sottobosco della politica (ritenuto tale da chiunque possiede la licenza di scuola elementare) è stato l'assessore comunale aostano ora entrato nella scuderia rossonera dopo aver frequentato quel giullaresco PdL locale ove, per far parte del direttivo, non era richiesto l'uso corretto dei congiuntivi, bensì la sottoscrizione di un impegno all'adorazione dell'UV.

L'assessore in questione ha abbandonato l'azzurro liberale, improduttivo di stipendi maggiori rispetto a quelli ottenibili con l'insegnamento, per imitare la metodologia culturale dell'Isis che vuole a viva forza creare (Creare ...) un territorio caratterizzato da una visione estremista del Corano e da norme comportamentali obbligatorie per tutti. Infatti, tolto lo slip azzurro e indossatone uno di colore vagamente rossonero, ha inventato un vettore elettorale in cui già il nome racchiude la negazione dei principi liberali che avrebbero dovuto caratterizzare il PdL in cui l'assessore dimorò: quel "Creare" indica violenza alla libertà della persona, alla sua facoltà di esprimersi e riconoscersi in ciò che la propria reale specificità comporta, senza dover assecondare le fisime dell'UV; è la trasposizione bislacca in Valle della metodologia dell'Isis per favorire i fini bislacchi di chi vuol vivere di politica. La Valle d'Aosta è e sarà il risultato della sommatoria delle libere scelte dei suoi variegatissimi residenti, che non possono né devono essere "creati" da chi vive di fisime o alle medesime si sottomette per calcolo.

Mancando un'ulteriore utilità per Creare VdA dopo le comunali, l'assessore ha ora cambiato per la terza volta i boxer, da azzurri a vagamente rossoneri a rossoneri brillanti, grazie all'annullamento di Creare VdA nell'UV, motivato (peggio la toppa del buco!) utilizzando quel francese sparito in regione, ma che serve a indicare sottomissione al Leone rampante: tale comunicato di annullamento racchiude la summa teologica dell'opportunismo politico imperante in Valle e finalizzato al satollarsi sedendo servilmente al tavolo delle insensatezze etniche e linguistiche, vaneggiate 24/7 quale premessa per la sovranità della Valle d'Aosta dal movimento di maggioranza relativa.

Nota comica: l'assessore ora rossonero dichiara che l'annullamento dipenderebbe da attentati romani alla Valle (sostenerlo fa gongolare l'UV!); ma a Roma il governo è a guida PD e il Sindaco del neoassessore unionista è PD pure lui ... premessa per il lancio di un'Opa ostile? In definitiva, chi ha avuto a che fare con l'oggi boxerato rossonero si ritrova le sue precedenti posizioni tanto nella propria memoria quanto nelle sue e-mail salvate sul computer: sulla sua fronte sono tatuati gli intuibili termini che merita con i suoi comportamenti.

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