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Trento, 3 gennaio 2016. - di Aldo Stancanelli

Egregio Direttore, con riferimento a quanto scritto sul Suo giornale da mio fratello Sergio in merito al comportamento di Posteitaliane, ritengo interessante segnalare quanto segue. Il 27 ottobre 2015 ho spedito un plico di poco più di 100 grammi da Trieste ad un amico, a Roma, con POSTA 1 - PRIORITARIA che, con la "modica" spesa di € 5,50, dovrebbe garantirne la consegna al destinatario, verificabile tramite apposito codice alfanumerico applicato sulla busta all'invìo.

Ebbene, il plico non è mai stato consegnato, anche se risulta pervenuto al Centro Postale 55701 di Roma il successivo giorno 28.

Al mio amico, recatosi personalmente per chiedere notizie, è stato risposto che ...... non sanno che fine abbia fatto!
Ho redatto pertanto, in data 18 novembre, regolare reclamo al fine di ottenere, se non altro, il rimborso di quanto pagato, e Posteitaliane mi ha risposto, con lettera datata 10 dicembre (ovviamente senza timbro di partenza) e ricevuta poco prima delle festività natalizie, come riportato di seguito:

"........... Ci rammarichiamo che il servizio offerto possa averLe causato disagio ed insoddisfazione.
Nella speranza di aver risposto in maniera esauriente alla Sua richiesta, La invitiamo per qualsiasi informazione a contattare il numero verde 803.160 ..........
............. Firmato: Il Responsabile Qualità Fabrizio Caradonna".

È ovvio che ho contattato il numero verde indicato, ma, dopo aver digitato (come dice mio fratello) qua e là, su e giù, ho potuto sapere unicamente che per tale mezzo di spedizione non è previsto alcun rimborso...!
Non faccio commenti per quanto concerne Posteitaliane ad evitare di essere denunciato alla magistratura a causa della norma risultante dal combinato disposto degli articoli 57 e 595 del Codice Penale ed essere così costretto a perdere tempo e denaro per difendermi.

Cordiali saluti.