Trento, 3 luglio 2021. – di Claudio Taverna
In un'epoca in cui la telefonia ha assunto dimensioni enormi, il cittadino consumatore si trova sempre più indifeso, investito da una miriade di offerte che i gestori della telefonia "producono" quasi giornalmente, con telefonate e sms.
Un'azione assillante al limite della "molestia" giustificata – si dice – dalla legge di mercato e della libera concorrenza.
I milioni di contratti telefonici abbinati all'ADSL sottoscritti frutto della transizione da gestore a gestore nell'esercizio del diritto di cambiare operatore, secondo tempistiche non sempre rispettate e in presenza di tariffe a volte astruse, di difficile lettura destinate a confondere sempre più l'utente che si trova impotente nella gestione del rapporto contrattuale con il proprio operatore.
E' sempre più frequente l'insoddisfazione del cittadino-consumatore nei confronti di un servizio ormai indispensabile ed insostituibile ma fuori da ogni reale controllo.
Il sistema è di tale complessità che ci limiteremo, in questa sede, ad affrontare solo alcuni aspetti.
Quanti sanno che opera l'autorità delle garanzie nelle comunicazioni articolata territorialmente dai Corecom (Comitato Regionale delle Comunicazioni) ai quali è demandata la gestione delle controversie tra utenti ed operatori?
All' istituto della conciliazione delle vertenze, la cui procedura è gratuita, possono ricorrere cittadini (il cui numero è in costante aumento), spesso vittime di veri e propri abusi.
La difesa dei loro diritti e interessi si fa sempre più problematica per la difficoltà di rapporti con i gestori dei servizi di telecomunicazione e anche il buon funzionamento dell'istituto della conciliazione, svolto dal co.re.com, è compromesso dall'atteggiamento di alcuni gestori che evitato di inviare " propri rappresentanti" in sede di conciliazione, o se li inviano non li muniscono di mandato a conciliare.
Controversie con i gestori della telefonia
Diventa sempre più difficile o più facile, a seconda dei casi, accedere al servizio dell'Autorità garante delle comunicazioni (AGCOM) in caso di contenzioso tra utenza e gestori della telefonia.
Come è noto, il Corecom (Comitato regionale delle comunicazioni), tra le altre funzioni e competenze organo decentrato dell' AGCOM, è incardinato presso il Consiglio provinciale di Trento. Si può accedere per qualsiasi informazione o segnalazione attraverso il sito del Consiglio provinciale (consiglio.provincia.tn.it) alla voce Comitato Provinciale delle comunicazioni (https://www.consiglio.provincia.tn.it/presso-il-consiglio/comitato-per-le-comunicazioni/controversie) (PEC corecom@pec.consiglio.provincia.tn.it )
Dal 1 marzo 2021, le domande di conciliazione sono da presentare accedendo alla piattaforma Conciliaweb mediante SPID o carta d'identità elettronica (CIE).
Chi volesse attivare lo SPID lo può fare tramite il link governativo: www.spid.gov.it/richiedi-spid
La TIM non riconosce la PEC.
Inoltre, i quanti sanno che la nuova funzione di Whatsapp, la c.d. "Whatsapp Pay", in vigore dal 15 maggio 2021, consentirà acquisti e pagamenti, in sinergia tra Whatsapp e Facebook.
Che significa?
Il servizio di messaggistica fornito da Whatsapp fornirà a Facebook gli archivi per cui chi contatterà un'azienda con Whatsapp si troverà gli annunci commerciali di quell'azienda su Facebbok.
Chi non accetterà, dunque, le nuove condizioni non potrà continuare ad utilizzare il servizio messaggistica di Whatsapp.
A questo punto l'utilizzatore potrebbe rivolgere ad un servizio alternativa di messaggistica.
Ma la Carta dei servizi della TIM non riconosce la PEC tra i mezzi per l'inoltro del reclamo, prevendendo solamente il sito tim.it, il 187, il fax 800000187 o la Casella Postale n. 111, 00054 Fiumicino (Roma).
Se WindTre e Vodafone riconoscono la PEC, non è così per Iliad, ho. e Fastweb.