Verona, 3 giugno 2012. - La banda dei sobri e grigi non finisce mai di stupirci. Quando piglia qualche provvedimento, bisogna sempre guardarlo da tutte le angolature, perché la fregatura nascosta c'è sempre. Credevamo che l'obbligo di far versare in banca gli importi delle pensioni fosse solo un grazioso omaggio dei montiani alle banche amiche. Adesso invece, esaminando bene quello che succede, vediamo che c'é sotto una fregatura subdola, soprattutto per i poveri pensionati che fossero in difficoltà finanziarie. E come?
E' noto che in caso di redditi da lavoro dipendente ed assimilati (e le pensioni sono uno di questi) il creditore fisco possa pignorare o sequestrare solo il 20% dell'importo di tale reddito. Pertanto, nel caso di una pensione, il fisco potrebbe far pignorare il 20% della somma che l'ufficio postale paga al pensionato moroso.
La cosa cambia col nuovo sistema sobrio e grigio per il quale gli importi delle pensioni vengono versati su un conto corrente bancario. Quando essi vengono versati in conto, cambiano natura; da retribuzioni divengono depositi e oplà! Sono pignorabili in toto; non c'é più il limite del 20% ed il pensionato si può trovare in condizione per sopravvivere di dover andare alla mensa del povero. Capito? La manovrina ha accontentato sia le amiche banche che la iena Equitalia, che non si farà scrupolo, se del caso, a buttare in miseria il pensionato.
Veramente un colpo maestro dei bocconiani. Tra l'altro colpisce una fascia debolissima di cittadini, che si trovano impoveriti dalle manovre, IMU, aumenti a go-go di tutto, ecc. e che è probabile debbano entrare nella allegra categoria dei morosi col fisco, in attesa di essere sbranati dalla iena Equitalia.
E allora, cosa fare? Un sistema di protezione per i pensionati sarebbe quello di ritirare tutto l'importo della pensione (tanto è sempre misero) il giorno stesso che si sa che viene versato in banca e tenere i soldi in casa.
Tanto ce li tenevano anche prima. Ci sono dei pericoli, ma meglio fronteggiare i pericoli normali che Equitalia.
Calibano Lettera politica 351
