Trento, 22 dicembre 2013. – di Maria Teresa Lo Preiato *
E' finita 'La festa dell'insignificanza' (Kundera). Tutto tace, e io rido, rido e rido: un 'eco assordante di rabbia alimentata' nel teatro grottesco del nonsense. Un'epoca comica la nostra perché assurdamente reale.
Ma la realtà esiste o è interpretazione (Nietzsche), cogito ergo sum (Cartesio), o all'opposto i colori non esistono? Sono un dato ontico della realtà o solo percezioni dell'essere umano (Galilei); e, allo stesso modo, i numeri esistono o sono proiezioni della nostra mente? (Nuovo realismo). Percezione, realtà, nonsenso: Mandela-eroe esiste o è una interpretazione, o addirittura un nonsenso della realtà? O era realissimo, come uomo, alla morte quanto lo era in vita?
E' necessario chiederselo, perché in un'epoca comica, il mondo è alla rovescia.
E gli anti-eroi, coloro che celebrano la morte di un eroe ma nella propria vita hanno fatto di tutto per ammazzare gli 'eroi del quotidiano', sono un nonsenso o la realtà.
'In tutta la vita non ho mai considerato alcun uomo come mio superiore'. Né dentro, né fuori dal carcere', diceva Mandela dopo aver trascorso un terzo della vita in prigione senza mai perdere di vista l'obiettivo della sua esistenza: libertà, uguaglianza e dignità. Una reazione all'ingiustizia che gli ha permesso di rimanere, comunque, libero di non odiare; senza dare soddisfazione a coloro che, invece, lo avrebbero voluto vedere sconfitto, umiliato e senza anima, in altri termini senza libertà.
A me tutto questo appare realissimo!
Il nonsenso, invece, sta nel fatto che si celebrano gli eroi proprio perché in vita si sono ammazzati mille volte, in mille modi diversi: incarcerandoli fino alla morte, uccidendoli, quando non si poteva trovare altro miglior modo per farli tacere, abbandonandoli a loro stessi, tradendoli, infangandoli: un vera eutanasia dell'anima.
Eroi dei nostri tempi che, invece, di essere presi ad esempio, valorizzati, premiati, ascoltati, vengono umiliati, in ogni forma, in vita, e poi alla morte celebrati. Film, spettacoli teatrali, fiumi di carta sui quotidiani, libri, discorsi pubblici, anniversari, magari ad opera degli stessi che hanno fatto di tutto per eliminarli o hanno comunque partecipato alla loro distruzione umana, politica, economica e professionale.
Nonsense!
E, allo stesso modo, si educano i bambini ai valori, laici, buddisti o cattolici che siano, e poi, se percorrono una simile e 'sciagurata' strada di amore e rispetto, saranno privi degli strumenti per saper 'stare' nel mondo. Ma quale mondo, quello reale o quello del nonsenso che sta fagocitando la realtà?
E' necessario dirglielo a queste nuove generazioni, anzi, lo faccio subito, magari prendendo spunto dal problema della disoccupazione, tanto la crisi li accompagnerà fino a che saranno grandi. Prima lo capiscono e meglio sarà per loro!
Bambini, si dico a voi, anche a te che mi stai leggendo dal pc, dimenticatevi tutte le cose belle e buone che vi abbiamo sempre 'fintamente' raccontato: lealtà, amicizia, pace, onestà (non si dicono le bugie), impegno, merito, costanza, gentilezza, generosità, amore, solidarietà, rispetto, accettazione del diverso; tutto, ma dico proprio tutto, via!
Guardate, piuttosto, all'esempio concreto di gente che 'conta', che c'è l'ha fatta a ricoprire incarichi importanti, quelli che sono spesso sui giornali, in tv, che occupano posti dirigenziali, a tutti i livelli nazionali e locali, o che spesso occupano posti negli ambienti culturali o in quelli della politica, o che sono riusciti, semplicemente, a trovare un lavoro stabile con una paga dignitosa, quelli, che si dice, hanno avuto 'fortuna' (La fortuna è cieca, ma non per tutti!).
Certo, tra costoro, ci sono anche delle eccezioni, mi direte, gente onesta che si è guadagnata faticosamente un lavoro, è vero, ma sono una minoranza e rappresentano semplici 'scherzi' del sistema e più si sale di livello, di importanza e di guadagno e più rare saranno le eccezioni.
Ecco, cari bambini, se volete una vita, anzi se volete, semplicemente, VIVERE e avere un FUTURO, dimenticatevi del modello dell'EROE, tanto celebrato, (sguardi perplessi) e rivolgete le vostre attenzioni verso quello dell'anti-eroe.
Il modello dell'anti-eroe molto spesso, si dice, non possegga merito, capacità e addirittura moralità. Ma noi rispondiamo: merito, etica, capacità, tutte chimere, illusioni, per fuggitivi che scappano all'estero o peggio, che rimangono, ma perseguendo stili di vita pericolosi per la stabilità del sistema anti-eroe; o peggio ancora, insistendo nel mettersi in gioco e lavorare sodo e onestamente per trovare un'occupazione lavorativa nel rispetto di sé stessi e del prossimo in un mercato illusoriamente di parità sociale e di diritti (sguardi esterefatti).
E cosa ottengono? Al massimo lavori precari e sottopagati: sono ridotti in una sorta di schiavitù post moderna, senza tutele. E se anche qualcuno vuol fare l'eroe e si ribella, nelle forme legittime, che cosa risolve? Niente, perché si sa come vanno a finire queste cose. (Un piccoletto urla ci sono i tribunali!), Sì, certo e gli asini volano! Noi siamo ovunque!
(Brusio). Che dite? Mandela e la lotta all'apartheid? Scusate se rido, e adesso mi direte che questa schiavitù post moderna: la precarietà, l'essere sottopagati, umiliati, ricattati, non riconosciuti è il nuovo orizzonte della lotta all'apartheid. E che, non riconoscere il merito, l'uguaglianza, dare dignità lavorativa - premessa della libertà - non rispettare le leggi o farsele a piacimento per sistemare qualcosa o qualcuno, è un crimine contro l'umanità, il vostro futuro e quello dei vostri figli.
Cosa dite? Si tu, come ti chiami? (Francesco) e che cosa mi vuoi dire?: 'Siate rivoluzionari, ribellatevi alla cultura del provvisorio' (Papa Francesco).
Ingenuo!
Credetemi, il comportarsi bene o male non cambia nulla. Il merito e l'etica non hanno alcun peso, vedete anche voi che ciò che dico è confermato in ogni ambito da quello universitario a quello della pubblica amministrazione, della politica, ma anche della finanza e che dire della evasione fiscale? ... Non leggete i giornali? Lo dicono tutti, ormai non fa più notizia: è la normalità!
E non crediate neppure a coloro che scrivono che la parte sana del paese è esasperata, o disillusa, perché nessuno agisce senza timore, sfidando i poteri forti e liberandoci dal dannoso. Nessuno agisce perché tutti hanno paura di 'saltare': tu fai un torto a me e io lo faccio a te. Gli eroi non devono esistere, e se esistono finiscono, comunque, male! Date retta a me (Qualcuno solleva dubbi e perplessità sulla ricostruzione dei fatti).
La che crisi economica, etica e culturale, o problema della disoccupazione o dei cervelli in fuga; chi 'conta' lo ha un lavoro e questo è la dimostrazione che chi non lo ha, o è precario o non ha un buon stipendio o non siede sulla sedia giusta o non parla con le persone giuste o non è sufficientemente appoggiato, insomma, semplicemente non 'conta' (Ancora perplessità).
La società, si sa, è suddivisa in chi 'conta' e 'non' conta, i primi sono i 'fortunati', quelli 'ben inseriti', che non fanno caso a certe cose come il merito, l'eguale trattamento, la 'GIUSTIZIA', che, come tutti ben sanno, NON ESISTE!, o altre banalità, mentre i secondi, beh, sono proprio quelli che non vogliono capire come girano le cose. Quelli che non sanno 'stare' nel mondo.
(Qualcuno domanda quale mondo). Ma come quale, il nostro: quello del nonsenso, quello comico, quello alla rovescia!
(Il bambino dietro al pc chiede come si fa a 'stare' in piedi nel mondo alla rovescia); allora non avete proprio afferrato il concetto: devi appartenere a qualcuno (partono della urla: 'come nella società corporativa di antico regime, ma è stata abolita nel 1789'!), e non essere un eroe o perlomeno non essere uno che 'pensa', si insomma, un 'nato libero' (stupore e incredulità, e ancora urla: 'ma come è vietata la libertà e l'uguaglianza'?)!
Zitti! Che cosa sta cantando quel gruppetto lì?: 'We don't need no education, we don't need no tought control' (Pink Floyd). Silenzio! E' sempre stato così, arrendetevi, siete circondati.
(Si alza il tono della protesta).
No, no, non la voglio proprio sentire quella frase (le voci si fanno insistenti fino ad essere un unico coro, un unico grido): 'Quando l'ingiustizia diviene legge ribellarsi diventa un dovere' (Brecht).
Ma che ingiustizia, così fan tutti, ma proprio tutti, o almeno quelli che sono, i figli di ..., i mariti e le mogli di ..., quello che ha l'appartenenza a ..., la conoscenza di ..., che è nel giro di ...; ma che raccomandazione, lobby; è semplice 'amicizia', 'vicinanza', una specie di 'solidarietà' tra amici di amici, un gruppo di auto-mutuo aiuto. (Come gli alcolizzati? domanda un piccoletto), ma che alcolizzati!
Ecco sì, un welfare di alcuni nello Stato di tutti!
Ingiustizia legalizzata? Ma fatemi il piacere, (Qualcuno eccepisce il principio di uguaglianza, di libertà, la conquista della mobilità sociale). Sciocchezze, sono vetero ricordi di una forma di governo obsoleta, ormai fallita: democrazia, mi pare. Meglio un'oligarchia di anti-eroi su larghe intese, che è poi una forma elegante di quella 'roba' che sembra brutta: la dittatura, ma, invece, è bella. Anzi, perfetta: 'trucchi nuovi per maghi vecchi' (Ligabue, Il sale della terra)!
(Sono tutti in piedi)
Tento di tenere calma la folla: buoni, buoni; niente non si placano, eppure mi sembravano mansueti. Forse ho detto troppe verità, tutte insieme; accidenti, allora aveva ragione quel Nietszche! Beh, sono solo bambini - mi dico- come posso fare, ecco sì, gli prometto: panem et circenses! Del resto ha sempre funzionato per tenere cheto il popolo-bue. Accidenti, no è troppo antico, non funziona, ... ho trovato: dividi et impera! Certo, li metto gli uni contro gli altri e estendo ad alcuni i privilegi, che dico, le 'prerogative', altri li ricatto con la precarietà e quelli che sono meno 'liberi' e 'pensanti' li premio. Ottimo! Vi prometto (il tono è enfatico) posti di lavoro da anti-eroi! (Gran risate, brusio, batter di piedi).
Sì, allora (prendo coraggio e mi schiarisco la voce) ottime occupazioni molto ben retribuite (applausi) per tutti, beh, per 'alcuni' (tossisco, è meglio non essere chiari): posti facili, ben strutturati, non so se mi capite, dove c'è una regia, insomma sì, dove non ci sono sorprese. (Qualcuno dice: ma le competenze, la bravura, il merito?).
No, no, non importa, anzi chi meno ne ha e meglio è! (Sguardi dubbiosi). L'importante è che tu aiuti me e io sono vincolato a te, tu hai bisogno un domani di me e io sono tuo. Tutti posti fissi, nel pubblico, pseudo pubblico, e nel privato, eh, agganci solidi, tutto ben organizzato: siamo in una botte di ferro! Siamo o non siamo l'esercito degli anti-eroi!
'Siamo il culo sulla sedia, il dramma, la commedia, siamo, il facile rimedio, siamo l'arroganza che non ha paura, siamo quelli a cui non devi chiedere fattura, siamo la vittoria e la tradizione, siamo l'opinione sotto il libro paga, siamo la vergogna che fingiamo di provare, siamo la mont blanc con cui ti faccio fuori, siamo furbi che più furbi di così si muore' (Ligabue, Il sale della terra). Tutti insieme (provo a incitarli): anti-eroi, anti-eroi, ant...
... (Silenzio profondo).
E giù risate, e risate, e risate, come solo i bambini sanno ridere. Quasi, quasi, rido anch'io, ma anche tu, e tu, pure lui e lei, ma è una catena umana di risate contagiose ...
... ridiamo della comicità di una realtà dominata dal nonsenso ... ridiamo di un mondo alla rovescia!
Non tutti sentono la voce impercettibile dell'anima delle 'cose', non tutti ne colgono la risata. I bambini sono 'ingenui', è vero, ma nel diritto romano, l''ingenuo' è il nato 'libero', come Mandela.
Infelice la terra che ha bisogno di eroi (Brecht)! Gli eroi non sono immortali, come gli dei, soffrono e muoiono. Io conosco tanti/tante, eroi/eroine del quotidiano che danzano la sacralità della vita con leggerezza e amore nella tragicità della realtà presente. Di quante morti fisiche, professionali, di anime di eroi/eroine di 'tutti i giorni' abbiamo bisogno per capire e cambiare l'assurda tragicità del nonsense della realtà?
Sentite le risate?
E' la melodia degli/delle eroi/eroine che sovrasta il marciare degli anti-eroi che procedono al ritmo del 'chissenefrega'. Costoro sono l'incarnazione moderna dell'uniformità esasperata e travestita da individualismo che ha realizzato una società di pseudo uguali e liberi: una finzione giuridica di mostruosità sociale.
Un flusso di generazioni (di gente che sa 'stare' in piedi nel mondo alla rovescia) che passeggiano in assenza di pensiero, in egual misura, raccontando e raccontandosela che questa sia l'uguaglianza e la libertà per tutti. Costoro sono il prodotto e gli artefici di una società a due corsie della quale, quella preferenziale, gli è stata regalata e, a loro volta, la promettono in cambio della stabilità del sistema. Vittime e carnefici di una società che nel privilegiarli li umilia: vincitori della comicità del nonsenso e allo stesso tempo perdenti del vero senso della realtà.
... Sono semplici proiezioni del nonsense.
A chi sa ancora ridere, ai Mandela, ai bambini. Buon Natale.
* Pubblicato dalla Voce del Trentino