Trento, 24 gennaio 2022. - di Giannantonio Radice
Egregio Direttore, distratti e coinvolti dalle vicende legate all'elezione del nuovo Capo dello Stato, dibattiti e commenti relativi alla conclusione del settennato di Sergio Mattarella sono stati solo frettolosamente toccati senza approfondire i numerosi episodi che hanno caratterizzato il periodo che a giorni si conclude.
Non v'è alcun dubbio che l'uscente presidente della Repubblica rimarrà nella nostra mente come uno dei più apprezzati e positivi garanti delle Istituzioni impegnato in un lasso di tempo fra i più tormentati e difficili della storia della nostra Nazione. Le fortissime tensioni che si sono create, le altalenanti e sconcertanti variazioni di Governo succedutesi, hanno messo a dura prova la pazienza e la naturale pacatezza di Mattarella, ma la sua innata qualità fatta di mediazione e signorilità non disgiunta da nervi saldi e rigore, lo hanno portato ad assicurare una guida sicura alla pur rabberciata Nave Italia. Non c'è da meravigliarsi, pertanto, che il suo desiderio di ritirarsi ad una vita più tranquilla e serena risulti inattaccabile da ogni tirata di giacchetta.
Ma su uno dei piatti della bilancia del consuntivo finale va anche posto ciò che non è andato nel verso giusto.
E ciò su cui è mancato ha interessato un settore non da poco; la Giustizia. La funzione, che costituzionalmente (art.104) gli deriva dall'occupare la carica più alta dello Stato e cioè quella di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, non è stata da lui esercitata in maniera efficace e completa come gli eventi suggerivano. E' pur vero che la prassi vuole il conferimento ,in delega, dei poteri al vice -Presidente, ma è altrettanto vero che, scoperchiatosi il vaso di Pandora, in presenza degli scandali e delle sconcertanti anomalie legate a comportamenti e metodi nella gestione della Giustizia "tout court" da parte di un settore dei Magistrati , la sua presenza forte e autorevole doveva essere non solo necessaria ma anche fortemente voluta. Invece abbiamo assistito a dichiarazioni scarne e rare ispirate solo ad un dovuto compitino senza l'assunzione di quei provvedimenti che sarebbero stati necessari e che avrebbero fatto sentire tutti noi cittadini davvero protetti, garantiti e resi consapevoli che la Giustizia è "uguale per tutti". Purtroppo Sergio Mattarella in questo è mancato e, nell'ultimo atto istituzionale, l'aver avallato, ai vertici del csm due magistrati la cui elezione era stata annullata dal Consiglio di Stato per... evidenti errori e aver poi partecipato alla inaugurazione dell'anno giudiziario alla presenza del relatore "rieletto" due giorni prima Presidente, lascia molto amaro in bocca in quanto lascia una macchia che davvero non merita.