
Lo dedichiamo al gran tassatore di oggi, il dott. Attilio Befera, il Torquemada di Bin Loden, Non occorre che lo dedichiamo al suo capo in quanto, essendo lombardo, ha sentito senza fallo dire “L’a’ faa la finn del Prina.” (ha fatto la fine del Prina)
Correva l’anno 1814, Napoleone era appena caduto. A Milano c’era il suo vice-re Eugenio di Beauharnais. Durante l’occupazione napoleonica si era distinto per accanimento e protervia il ministro delle finanze conte Giuseppe Prina. Costui inventò un sacco di nuove gabelle, fra cui quella particolarmente onerosa sul sale per far fronte alle continue richieste di denaro di Napoleone. Alle gabelle fecero seguito azioni espropriative e terroristiche verso il popolo milanese che non poteva pagarle. Ma Nemesi entrò in azione. L’11 aprile Napoleone abdicò. Il 20 una sommossa di popolo entrò in Senato a Milano alla ricerca dall’odiato ministro Prina. Non trovatolo, si recarono a casa sua e lo trovarono nascosto in un armadio. Lo denudarono e lo gettarono dalla finestra. Sulla strada venne linciato per 4 ore a colpi di punta d’ombrello, tanto che il corpo era praticamente irriconoscibile. La sua casa, totalmente saccheggiata, venne demolita ed al suo posto fu fatta una piazza. Le cronache non dicono se abbiano anche sparso sale sull’area.
Ricordando un fatto più recente, abbiamo, sempre a Milano, ma nel 1898, l’applicazione della tassa sul macinato che provocò le sommosse contro cui il re “buono” Umberto I di Savoia, mandò contro il popolo in rivolta i cannoni del gen. Bava Beccaris.
Se la storia è maestra di vita, anche se oggi sono sicuri di non far la fin del Prina, il fatto del Prina dovrebbe far riflettere che non si può tirare troppo la corda senza avere una reazione spropositata.
Calibano "Lettera Politica" Verona