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Alla rettifica segue la replica, ma la vicenda si chiude qui!

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40-Terzo concertoTrento, 23 settembre 2017. - di Claudio Taverna

Ricevo la lettera del signor Nicola Ricco che pubblico integralmente, come è mio costume ogniqualvolta si chiede a Trentino Libero la parola. In questo caso, si tratta di richiesta di rettifica all'articolo "Una soporifera Orchestra di San Pietroburgo" del nostro valido collaboratore dottor Sergio Stancanelli. Naturalmente, a piè pagina la replica di Sergio. Ciò detto, la vicenda si chiude definitivamente qui. Claudio Taverna - Direttore

Egregio Direttore, Spettabile Redazione,

con la presente sono a chiedervi una gentile ma doverosa rettifica della cronaca del concerto tenutosi al Teatro Filarmonico di Verona con l'Orchestra di San Pietroburgo, Yuri Temirkanov come direttore e Beatrice Rana al pianoforte.

In suddetta "recensione" (di cui allego il link http://www.trentinolibero.it/cultura-e-spettacolo/arte-e-cultura/musica-e-concerti/12767-una-soporifera-orchestra-di-san-pietroburgo.html?fb_comment_id=1440173792733985_1440241422727222#f3e0775efc294e) scaturita dalla penna del Signor Sergio Stancanelli, si fa menzione di fantomatici fischi di cui sarebbe stata subissata l'esecuzione ("bordate di fischi", "meritatissimi fischi").

In quanto componente del pubblico, mi sento direttamente chiamato in causa nel leggere una tale assurda scempiaggine così avulsa dalla realtà del concerto.

Senza voler menzionare la qualità eccelsa delle esecuzioni, mi limito a riportare il trionfo e il tripudio di applausi e "bravo" che hanno accolto orchestra, solista e direttore.

Il sottoscritto, di buona cultura musicale e con apparato uditivo perfettamente sano, di fischio non ne ha sentito uno, dicasi uno.
Delle mie impressioni è naturalmente possibile avere conferma dalle altre centinaia di persone presenti, decisamente consapevoli di aver assistito a un concerto straordinario.

Aggiungo che, con massima empatia umana, comprendo il problema che il Sig. Stancanelli, persona anziana con difficoltà deambulatorie, espone per più di un terzo dell'articolo, e sarebbe auspicabile da parte di un teatro una maggiore attenzione a tali annose questioni riguardanti il proprio pubblico.

Detto ciò, però, con fermezza mi sento di ribadire che non è giusto far pagare agli artisti una mancanza che sarebbe eventualmente della biglietteria o del personale preposto alla sistemazione del pubblico.

Persone che con amore, dedizione e spirito di sacrificio mettono in scena tutte loro stesse, riuscendo infine a conquistare il cuore del pubblico, è totalmente ingiusto che subiscano l'onta della menzogna sulle pagine di un giornale.

Probabilmente, musicisti di tal livello non si preoccuperanno di una recensione (anche se non di recensione si tratta, bensì di breve cronaca, senza alcuna motivazione alle critiche negative): a me sta però a cuore il rispetto del lavoro altrui, qualsiasi esso sia.

Ecco il perché della mia segnalazione: per rispetto ai musicisti, alla sincerità del pubblico e alla ricerca di verità che è sicuramente anima del vostro giornale e della vostra redazione.

Un cordiale saluto.

Nicola Ricco

Scempiaggini e menzogne saranno quelle che scrive il componente del pubblico. Se lui i fischi non li ha sentiti, ricorra a un buon otorino. Con me l'hanno sentiti quelli che hanno poi discusso se fossero meritati o meno. A fronte del tripudio di applausi e dei bravo (che io non ho sentito) c'erano file intere di spettatori che non applaudivano. Ciò nulla toglie, sia chiaro, al merito dell'Accademia di avere convocato un'Orchestra, quella già di Leningrado, che è ritenuta una delle migliori del mondo, la quale, se ha accontentato molti, ha scontentato altri. Et de hoc, spero, satis. Sergio Stancanelli

Alla rettifica segue la replica, ma la vicenda si chiude qui!

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