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Ieri, IV Novembre a Redipuglia nel Centenario della Vittoria

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Trento, 5 novembre 2018. – di Claudio Taverna

Al di là di qualsiasi retorica, comprese le rituali, stantie, persino irritanti giaculatorie sulla pace dei pacefondai in servizio permanente effettivo, si sono concluse a Redipuglia, al sacrario militare dei 100 mila Caduti al confine orientale, le celebrazioni del Centenario della Vittoria.

Il Sacrario di Redipuglia, inaugurato da Benito Mussolini il 19 settembre 1938, nel Ventennale della conclusione vittoriosa della Prima Guerra mondiale, è un complesso architettonico e monumentale, che onorando i Caduti in guerra, è luogo della "memoria" come ci educa il Foscolo " A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta".

Così i Sacrari di Asiago, del Pasubio, di Cima Grappa (dove sono raccolti i resti di 12.615 Caduti italiani e 10.295 Caduti austro-ungarici) di Tonezza del Cimone e del Passo del Tonale, sul fronte alpino Veneto-Trentino, sono altrettanto luoghi di memoria.

Il "buon Italiano" dovrebbe, almeno una volta all'anno, recarsi in quei Sacrari per rendere omaggio ai Caduti, al loro sacrificio, mai negando né la Vittoria né l'oblio!

Ieri, IV Novembre a Redipuglia nel Centenario della Vittoria

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