In un angolo buio di Roma, a piazzale Clodio, un testimone protegge la sua identità dietro un pannello mentre racconta la sua storia di terrore nel gennaio del 2016. Chiamato “Delta” per motivi di sicurezza, il suo racconto in aula durante il processo contro quattro agenti segreti egiziani offre una finestra spaventosa su un mondo di dolore e paura, un mondo in cui anche il ricercatore italiano Giulio Regeni ha lasciato le sue ultime grida di dolore.
Un Incontro Fatale in un Commissariato del Cairo
“Delta” non era solo un testimone casuale, era lui stesso una vittima, arrestato e portato al commissariato di Dokki lo stesso giorno di Regeni, il 25 gennaio 2016. Il motivo del suo arresto? Una canzone contro Al Sisi postata su Youtube. “Delta” racconta di aver visto Regeni in commissariato, vestito con jeans e un pullover celeste, parlare con un ufficiale. Quelle parole, tuttavia, sarebbero presto state soffocate dalle urla di tormento.
Trasferiti nel “Cimitero dei Vivi”
La serata del loro arresto ha segnato l’inizio di un incubo. Dopo essere stati bendati e caricati in auto, i due uomini sono stati trasferiti in una struttura di sicurezza dello Stato, un luogo sinistramente noto come il “cimitero dei vivi”. Qui, “Delta” ha subito torture inimmaginabili: elettricità, manette ai letti, percosse. Nonostante fosse separato da Regeni, le sue grida di agonia erano inconfondibili, un terribile promemoria del destino che condividevano.
La Lotta per la Libertà e la Fuga dall’Egitto
Dopo mesi di detenzione e tortura, “Delta” è stato rilasciato solo dopo un estorsione: soldi e un terreno in cambio della sua libertà. La sua fuga dall’Egitto è stata così precipitosa quanto necessaria, guidata dalla paura per la sua vita e quella dei suoi cari.
Solidarietà e Sostegno al Processo
Fuori dal tribunale, figure politiche come Elly Schlein, segretaria del Pd, si sono raccolte in segno di solidarietà verso la famiglia di Regeni e verso tutti coloro che cercano giustizia. Le parole di Schlein riecheggiano un sentimento comune: l’Egitto non è un paese sicuro, e la lotta per la verità e la giustizia deve continuare.
Conclusioni di ViralNews
Il coraggio di “Delta” nel testimoniare non è solo un atto di giustizia per Giulio Regeni, ma un grido di allarme per tutti quelli che ancora soffrono in silenzio. L’Egitto, descritto come un “cimitero dei vivi” dove la tortura non fa distinzioni, rimane un luogo di profonda preoccupazione. La testimonianza di “Delta” non è solo una narrazione di eventi passati; è un appello urgente per l’azione internazionale e un promemoria che la lotta per i diritti umani non conosce confini. Riflettiamo su quanto sia cruciale continuare a parlare, a non dimenticare, e a lottare per la giustizia in ogni angolo del mondo.