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Per l'Italia (e Trentino Alto Adige), crisi di liquidità in arrivo

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Gravi ripercussioni per imprese e lavoro

Trento, 13 ottobre 2018. – di Giorgio Garbellini*

La riduzione repentina del QE potrebbe produrre dal 2019 anche in Italia ed in Trentino una crisi di liquidità anche ad imprese "sane", innovative e competitive. Il tema è in discussione nel convegno di Laborfonds "Innovazione nella gestione finanziaria, best practice, condivisione di esperienze" in corso a Bolzano. L'obiettivo è analizzare la situazione e le possibili soluzioni.

Gli effetti dell'annunciata riduzione del QE da parte della BCE si cominciano già a far sentire nel settore del credito delle grandi imprese.

In queste ultime settimane i Bond emessi dalle imprese corporate europee incontrano infatti maggiori difficoltà a trovare acquirenti sul mercato dei titoli.

E' un fatto prevedibile e conseguente all'annuncio di BCE di riduzione del QE da 30 a 15 miliardi di euro dal mese di ottobre 2018 che tuttavia potrebbe rilevarsi più accelerato di quanto non stimato per l'effetto annuncio.

Va detto che sul territorio del trentino Alto Adige questi segnali di stretta creditizia devono sostanzialmente ancora arrivare, ma non passerà molto tempo per vederne gli effetti anche nelle medio e piccole imprese locali, in quanto il quadro generale va in questa direzione.

La Banca Centrale Europea infatti sta per chiudere il programma di acquisto di asset da 2.600 miliardi il prossimo mese di dicembre 2018.

Secondo l'Agenzia Reuters questo si tradurrà in una stretta nella valutazione del merito del credito da parte degli investitori e contemporaneamente in un aumento del costo dei finanziamenti concessi.
Il dollaro, va ricordato, da attualmente una stabile rendita "sicura" superiore al 2 percento.

Il report pubblicato dall'Agenzia Reuters segnala anche che i costi per la raccolta di denaro sono aumentati per le imprese di circa 50 punti base già nel 2018.

Per dare un quadro in settembre la BCE ha acquistato titoli per 30 miliardi, tra i quali 4,5 miliardi di obbligazioni
societarie, ma in ottobre questo quantitativo si riduce rispettivamente a 15 miliardi e 2,5 miliardi di azioni societarie di grandi gruppi corporate.

Come già noto a partire dal gennaio 2019 gli acquisti di BCE si limiteranno inoltre al solo reinvestimento dei titoli in scadenza ed è quindi prevedibile che i corporate bond delle imprese abbiano più difficoltà ad essere collocati.
Contestualmente per l'ADDENDUM approvato a marzo 2018 da BCE le banche italiane devono "disfarsi" delle sofferenze non garantite da immobili entro 2 anni, e questo in Trentino si è tradotto nella cessione nel primo semestre 2018 ben 800 milioni di euro per questo adempimento, con conseguente riduzione della liquidità disponibile a garanzia dei prestiti concessi dal sistema bancario del nostro territorio.

E' quindi prevedibile che anche le piccole e medie imprese della nostra regione abbiano difficoltà a rinnovare affidamenti ed ottenere nuovi finanziamenti nel prossimo futuro, così come sarà ragionevolmente più difficile collocare i loro bond per l'effetto concorrenza fra imprese grandi, medie e piccole nel ricercare denaro per i motivi sopracitati.

E ciò in un momento nel quale è necessario per le imprese innovare spesso anche con nuovi investimenti, sempre favoriti dalle misure fiscali quali i super ammortamenti ed iper ammortamenti, ma non possibili se mancherà la liquidità al sistema del credito nazionale.

Quindi una situazione "fluida" destinata a molte novità nel mercato dei capitali per le aziende di ogni dimensione.

Di questo e di altro si sta ragionando nei due giorni del ventennale di Laborfonds intitolato "Innovazione nella gestione finanziaria, best practice, condivisione di esperienze" che si è aperto ieri pomeriggio a Bolzano, convegno che si svolge allo scopo di analizzare la situazione e proporre le possibili soluzioni del quale vi sarà reso conto su questo giornale nei prossimi giorni.

*mediatore creditizio (nella foto)

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