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Libertà economica, l'Italia sotto il livello mondiale

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TotòVerona, 16 febbraio 2012. - Libertà economica? Ma mi faccia il piacere! direbbe Totò se gliene parlassimo, specie dopo il rapporto della Heritage Foundation del Wall Street Journal. Per questo documento di ben oltre 580 pagine, illustrato in Italia dall'Istituto Bruno Leoni, il nostro paese si pone al 92º posto al mondo, dopo stati quali Taiwan, il Kuwait, gli Emirati Arabi Uniti, Malta. Inoltre è lievemente al di sotto della media mondiale.

L'indice della libertà economica, importante perché più un paese è libero più è prospero, viene costruito per mezzo di 10 indicatori sintetici che, sulla base dei dati forniti dalle maggiori organizzazioni internazionali, consentono di misurare la libertà economica attraverso una serie di variabili che misurano l'invadenza dello Stato (come la pressione fiscale e la spesa pubblica), la qualità della regolamentazione e la certezza del diritto, l'autonomia degli operatori economici nel condurre la loro attività (ad esempio il mercato del lavoro o la quantità e il tipo di adempimenti necessari ad avviare o condurre attività produttive) la qualità del sistema giudiziario, il grado di corruzione eccetera.

In questa grande ricerca il nostro paese si ferma al 58,8% dei risultati combinati, presentando un calo di 1,5 punti percentuali in meno dell'anno scorso ed arrivando così alla 92º posizione e scendendo di cinque posizioni rispetto alla classifica 2011. Nella graduatoria dei paesi europei l'Italia è classificata penultima, meglio solo della Grecia, Questo è il terzo anno consecutivo nel quale si registra una riduzione della libertà economica italiana. Ad incidere negativamente sono soprattutto l'aumentare della corruzione e l'incapacità, nonostante le diverse manovre, di mantenere sotto controllo le finanze pubbliche, incidendo sul totale del debito pubblico. Secondo gli studiosi della Heritage Foundation i punti strutturalmente deboli per la libertà economica del nostro paese devono ricercarsi nella spesa pubblica e nella libertà del lavoro, oltre alla più ampia incertezza del quadro normativo e all'insostenibile pressione fiscale.

Il tasso di crescita dell'economia italiana è uno dei più bassi della Ue e la disoccupazione è elevata, Tra gli altri problemi che continuano a persistere, secondo i rilevatori del Wall Street Journal ci sono in la criminalità organizzata, l'immigrazione illegale e durevole squilibrio fra un Nord prospero e industrializzato e un Sud meno sviluppato e prevalentemente agricolo. Quel che è peggio nell'assenza di un efficiente sistema giudiziario che garantisca una risoluzione effettiva e tempestiva delle vertenze legali, le basi della libertà economica rimangono deboli. Nonostante i ripetuti tentativi di riforma, il cammino del Bel Paese verso l'istituzionalizzazione di una maggiore libertà economica è stato incerto e i rimedi di breve respiro sono stati improduttivi. In Europa i paesi che presentano le migliori caratteristiche sono l'Irlanda, al nono posto mondiale, la Danimarca, all'11º e il Lussemburgo, al 13º, l'Olanda al 15º, l'Estonia al 16º , la Finlandia al 17º e la Svezia al 21º. Lo stesso martoriato Libano è due posti avanti di noi.

Come si sa, più alta è la libertà economica, maggiore è il benessere di uno Stato. Le statistiche dell' Heritage Foundation del Wall Street Journal non fanno altro che autorevolmente confermare quanto epidermicamente possiamo constatare ogni giorno.

 

Calibano, Lettera politica 331

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