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La svolta di Urzì

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Gianni Gravante con il neopresidente del senato Pietro GrassoTrento, 17 marzo 2013. – di Gianni Gravante *

Leggo con vivo stupore le dichiarazioni del consigliere Urzì in merito alle sue posizioni sulla liberalizzazione del commercio altoatesino. Probabilmente sono frutto di disinformazione. Il consigliere dovrebbe sapere infatti che l' inflazione più alta dell' Alto Adige rispetto al resto del nostro Paese è proprio la conseguenza di una pesante presenza della Grande Distribuzione che ha monopolizzato il mercato contribuendo alla chiusura dei piccoli negozi, specie nel settore alimentare.

Voler sostenere le tesi " liberiste " da parte del consigliere è sbagliato ed aggrava ulteriormente quel sottile e rischioso filo che ancora lega i piccoli negozi al commercio tradizionale.

La liberalizzazione che Urzì vorrebbe non farebbe altro che aggravare il delicato equilibrio di un mercato che non può sostenere i ritmi delle grandi metropoli mercantili.

Ne va non solo della qualità della vita ma anche di quella socialità che i piccoli negozi ancora rappresentano nel tessuto urbano fatto non solo di scambi ma anche di rapporti umani e sociali.

Ne va infine della centralità della famiglia (che la destra dovrebbe difendere) degli addetti ai lavori chiamati ad orari impossibili da sostenere.

I piccoli negozi non sarebbero in grado di sopportare i ritmi forsennati che la Grande Distribuzione vorrebbe imporre ad un mercato di per se indebolito da scelte troppo liberiste di questi ultimi anni.

Sono i negozi tradizionali a calmierare i mercati con la loro concorrenza fatta non solo di prezzi ma anche di quei valori accennati che la Grande Distribuzione non potrà mai dare.

 

 

* E' Vicepresidente nazionale di FederModa di ConfCommercio

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