
Ne è un esempio la sperimentazione clinica sulla nuova modalità di somministrazione sottocutanea di trastuzumab, anticorpo monoclonale indicato per il tumore al seno HER2 positivo: i dati dello studio internazionale di fase III, HannaH, condotto su donne con carcinoma mammario in stadio precoce HER2 positivo, dimostrano che la formulazione sottocute ha un'efficacia sovrapponibile a quella somministrata per endovena, attualmente in uso, con il grande vantaggio però di migliorare la qualità di vita delle pazienti grazie alla sua praticità legata a tempi di infusione più brevi (5 minuti rispetto a 30-90 minuti dell'infusione) e ad una minore invasività.
L'uso della formulazione sottocute, inoltre, potrebbe avere anche importanti ricadute positive sui conti della sanità pubblica. Come rileva la dottoressa Caterina Maesano, Responsabile dell'U.O. Farmacia dell'A.O. Sant'Andrea, «i vantaggi del sottocute dal punto di vista dei costi sanitari sono numerosi e sono stati verificati in Farmacia con lo studio avviato con il trastuzumab: riduzione dei tempi di allestimento, dei dispositivi impiegati, eliminazione degli scarti di farmaco, quantitativo minore di rifiuti prodotti. Tutto ciò si traduce sicuramente in una sensibile riduzione della spesa ospedaliera».
Ma la sperimentazione al Sant'Andrea riguarda anche due nuove efficaci opzioni terapeutiche per le pazienti affette da tumore HER2 positivo in fase avanzata: il primo è un nuovo anticorpo monoclonale, inibitore della dimerizzazione di HER2 in grado di impedire al recettore HER2 di accoppiarsi ad altri recettori, di inibire la crescita cellulare e di indurre la morte delle cellule tumorali; l'altro è un anticorpo-farmaco coniugato in fase sperimentale, in grado di legare trastuzumab e il chemioterapico DM1 utilizzando un linker stabile che inibisce la via di segnalazione cellulare HER2 e trasporta il farmaco chemioterapico direttamente all'interno delle cellule tumorali che iperesprimono il recettore HER2.
L'iperespressione del recettore HER2 è presente in circa il 20-30% dei tumori al seno e determina una prognosi meno favorevole: ora più che mai, dunque, è fondamentale eseguire il test per determinare la positività HER2 al momento della diagnosi, come indicano le Linee guida ASCO, in modo che il medico sia nelle condizioni di poter scegliere specifiche e più efficaci terapie mirate.
Numerosi, ben 13, e molto rigorosi i criteri d'inclusione richiesti dall'ESMO, ma l'Oncologia Medica del Sant'Andrea di Roma ha dimostrato di possedere la filosofia, le infrastrutture e gli strumenti operativi giusti. Come ad esempio la presenza di specialisti in grado di valutare e trattare il distress dei pazienti, cioè lo stress negativo causato dalla malattia, servizi d'assistenza domiciliare coordinati con i clinici e di supporto programmato ai familiari, ma anche di sollievo del carico assistenziale per i pazienti d'ambulatorio che non possono contare sull'aiuto in famiglia, oltre alla continuità assistenziale anche in fase avanzata di malattia.
In quest'ottica s'inseriscono le numerose attività di sostegno, dal supporto nutrizionale all'attività fisica, ma anche il prezioso intervento della psiconcologia: come spiega la dottoressa Anna Costantini, Direttore U.O. Psiconcologia A.O. Sant'Andrea e Presidente della Società Italiana di Psico-Oncologia, «gli interventi di supporto psiconcologico sono diversi a seconda della fase e dello stadio di malattia. Accogliere, informare e supportare pazienti e familiari sono gli ingredienti del nostro lavoro sempre integrato con quello degli oncologi, dei chirurghi e dei radioterapisti».
Accompagnare le pazienti per mano durante il loro percorso di cura, aiutarle, attraverso la ricerca, le terapie e il supporto psicologico, ad affrontare la prova più difficile della loro vita: questo significa, per il Sant'Andrea, promuovere un'assistenza All around Patients, progettata cioè "tutta intorno" alle donne con tumore al seno e alla qualità della loro vita.
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