Trento, 3 aprile 2013. – Redazione
Avevamo scritto della chirurgia robotica ponendoci una serie di quesiti, ripresi dal consigliere provinciale Claudio Civettini in una interrogazione della primavera dell'anno scorso. La risposta dell'assessore alla salute Ugo Rossi, ai primi di gennaio dell'anno corrente, ci ha lasciato allibiti. Dal confronto tra le domande e le risposte, possiamo senza tema di smentita, affermare che il responsabile politico della salute trentino sia stato assolutamente evasivo, solo per usare un eufemismo.
Andiamo per ordine. Per quanto riguarda i costi della chirurgia robotica non è stata data risposta, e neppure per la valutazione di qualità delle prestazioni erogate. Ciò che si rinviene nel documento Rossi lo si può trovare in un qualsiasi depliant sul Robot da Vinci. Solo alcuni dati di rilievo statistico: Chirurgia generale 73 interventi; Ostetricia e ginecologia 46 interventi; Urologia 58 interventi; Totale 177 interventi.
Silenzio assoluto, invece, sulla preparazione professionale dei chirurghi a questa particolare disciplina, e sui risultati ottenuti. Se questi interventi hanno creato problemi ai pazienti, se sono stati necessari interventi riparatori di chirurgia tradizionale, qual è stato il consumo di farmaci per lenire il dolore, il grado di soddisfazione dei pazienti trattati con questa "nuova" metodologia operatoria, se si siano registrati casi di decessi. A queste domande rimaste inevase, la certezza di ingenti investimenti pubblici nella chirurgia robotica, mentre non siamo in grado di valutare il rapporto costi/benefici per questa disciplina.
L'auspicio è che il consigliere Civettini torni alla carica, pretendendo risposte puntuali ed esaustive, sia per ragioni di trasparenza verso la pubblica opinione sia per il rispetto istituzionale nei confronti del consiglio provinciale.