Trento, 20 giugno 2013. - di Luca Bozzi
L'Ilo, Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha pubblicato un rapporto contenente i dati sulle "morti bianche", offrendo delle stime realmente preoccupanti: ogni anno sono 2,34 milioni per persone che muoiono a causa del proprio lavoro. Di queste, 2,02 milioni muoiono per malattie professionali. Se i decessi sono 6300 ogni giorno, ben 5500 sono dovuti a malattie contratte sul luogo di lavoro o a causa delle condizioni di lavoro.
L'Ilo ha rimarcato il ruolo della prevenzione per contrastare il fenomeno. La prevenzione è utile sia per porre un argine alle morti bianche sia per abbassare i costi legati a cure mediche o risarcimenti. Rispetto a queste ultime, infatti, la prevenzione risulta molto più economica, mentre cure e rimborsi sono una voce di spesa onerosa per qualsiasi governo. Le malattie professionali e gli incidenti sul lavoro, peraltro, provocano una perdita economica considerevole: il 4% del Pil annuo, pari a 2,8 trilioni di dollari.
Tuttavia, è in termini di perdite umane, di disagi e sofferenze che le malattie professionali e le morti bianche generano il maggior costo, ed è anche per questo motivo che i Governi e gli attori sociali coinvolti sono chiamati ad intervenire con urgenza al fine di sensibilizzare le popolazioni, rendere più efficaci i controlli, monitorare i dati e offrire formazione in materia di prevenzione.
Su quest'ultimo punto, anche le istituzioni italiane sono state chiare: occorre osservare gli obblighi formativi in materia di sicurezza e garantire forme più flessibili e accessibili di corsi. Ne è un buon esempio la formazione in modalità e-learning, che consente di frequentare corsi sulla sicurezza da qualunque sede e con maggiore flessibilità di orario. Realtà come lo IAL – Innovazione Apprendimento Lavoro – che da anni si occupa di formazione sulla sicurezza, hanno compreso il valore della formazione a distanza e aggiornato il proprio catalogo con corsi e-learning studiati per garantire contenuti didattici di qualità a costi contenuti.