Obiettivo Corte di Giustizia Europea
Trento, 1 giugno 2021. - di Mauro Pericolo
Carta Docenti TrentoA distanza di 4 mesi dall'iniziativa promossa da DELSA per il riconoscimento della Carta docenti anche per quelli trentini, unici in Italia a non percepire il bonus di 500€ per la formazione, l'assessorato all'Istruzione ed il relativo Dipartimento, malgrado la straordinaria adesione da parte dei docenti trentini, non ha proferito parola.
Come interpretare questo silenzio? Imbarazzo o timore per le conseguenze economiche e di immagine? O ingenuamente strategia da furbetti di quartiere? Forse un po' tutto questo... Quello che è sicuro è che la nostra organizzazione sindacale non starà certo ad attendere ulteriormente o a consentire dilazioni di tempo sulla questione.
L'iniziativa
Da domani 2 giugno 2021, sul portale di DELSA, sarà presente un' apposita pagina attraverso la quale poter aderire alla annunciata CLASS ACTION che sarà portata avanti dai legali di DELSA e sostenuta dal sindacato per tutti gli iscritti nonché, con modalità diverse, per i non iscritti. Il termine ultimo per l'adesione è il 30 giugno 2021, essendo previsto il deposito dell'azione per il 1 luglio.
Obiettivo è quello di ottenere la condanna della PAT a riconoscere a tutti i docenti trentini che abbiano fatto richiesta, attraverso il modulo presentato sul nostro portale, del Bonus Carta Docenti, previsto dallo Stato con la Legge n°107/2015.
L'azione partirà dal giudice del lavoro di Trento per competenza territoriale e di materia, ma potrà proseguire sino alla Corte di Giustizia Europea.
Un obiettivo che ci prefiggiamo anche per la tutela dei docenti della scuola dell'infanzia circa vicenda Scuola Infanzia Trentino.
Questione Scuola Infanzia Trento
Si è fatto un gran parlare in queste settimane sulla questione dell'infanzia, sulla scelta della amministrazione di estendere il servizio dell'infanzia anche al periodo estivo (luglio e parte di agosto).
Precisiamo da subito che non si tratta di un semplice spostamento del calendario, come dichiarato dall'amministrazione, bensì di una significativa estensione dell'intero servizio Infanzia e questo come vedremo fa una notevole differenza.
Non siamo intervenuti sulla vicenda per la semplice ragione che riteniamo assolutamente inadeguate le motivazioni e inopportune le modalità con cui la maggior parte delle sigle sindacali l'hanno posta, sia dal punto di vista del merito, che dal punto di vista tecnico.
Anzi, riteniamo che le sigle che, ad oggi rappresentano al tavolo sindacale la scuola dell'infanzia, abbiano una grossa responsabilità nella situazione venutasi a creare.
L'errore sta nella contrattazione collettiva
La questione, infatti, non va posta sulla legittimità o meno della scelta politica da parte dell'attuale amministrazione, ma semmai incentrata sulla inadeguatezza del contratto collettivo provinciale che fu scritto e sottoscritto con clausole di facile interpretazione estensiva, generando ad oggi una evidente distorsione del necessario equilibrio che deve permanere tra servizio pubblico da fornire ai cittadini e strumenti contrattuali volti a realizzare quel servizio stesso.
A nostro avviso, i contratti attualmente in vigore, in alcuni punti e per certi aspetti, violano principi fondamentali dei lavoratori posti non solo dalla Costituzione, ma anche, e ben più chiaramente e di recente, da Trattati europei ribaditi poi nelle relative direttive in materia di diritto del lavoro.
In sintesi, a nostro avviso, avendo i sottoscrittori dei contratti collettivi attualmente in vigore, consentito ai tecnici di inserire clausole, a dir poco, di discutibile legittimità e di dubbia interpretazione, oggi i datori di lavoro pubblici, tra intenti propagandistici e attacchi di onnipotenza anche in chiave pandemica, approfittano della, diciamo, ampiezza interpretativa del contratto per "ampliare" i servizi a spese dei lavoratori, ai quali vengono negati diritti inalienabili come il giusto recupero psicofisico attraverso le ferie maturate e non godute.
Pertanto, allo scopo di tutelare tutti coloro che si sono rivolti noi, agiremo davanti al giudice del lavoro, con un ricorso che miri a dichiarare illegittime le clausole suddette ed ormai inadeguato l'accordo contrattuale sottoscritto dalle vecchie sigle sindacali, tanto quanto, conseguentemente, illegittimo il diniego tacito o espresso delle ferie maturate. Ciò non solo perché il contratto in essere non è più idoneo a regolare una situazione fortemente mutata unilateralmente dal datore di lavoro pubblico, ma anche perché la situazione creatasi è in netto contrasto con i diritti dei lavoratori garantiti dalle norme europee che, evidentemente e per fortuna, hanno preminenza non solo rispetto alla normativa nazionale ma soprattutto rispetto a quelle degli enti locali come le province autonome.
Corte Di Giustizia Europea
Perchè entrambe le procedure sono collegate e mirano a una valutazione da parte del giudice europeo?
● In primo luogo perché i diritti che si violano sia con la negazione della Carta Docenti che con le ferie ai docenti dell'infanzia sono strettamente collegati a diritti ben tutelati e garantiti dalla normativa europea ancor più di quella nazionale e trentina;
● Inoltre appare sempre più evidente un' implicita, tacita ma malcelata volontà comune tra una certa classe politica e burocratica nazionale e quella trentina per consentire l'uso e l'abuso del potere autonomistico in maniera indisturbata, con evidente ritorno di interesse per i soggetti attori ed un ormai inaccettabile danno per molti cittadini.
● La PAT ha ancora tra i propri dipendenti del settore scolastico, in particolare nell'infanzia, un elevato numero di precari con molti casi anche di oltre 30 anni di servizio. Anche questo è contro una direttiva europea(70/99).
● Infine, la questione va denunciata ad organismi con competenze sovraordinate che la osservino e la valutino da un punto di vista imparziale e superiore.
*DELSA SINDACATO AUTONOMO
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Mauro Pericolo
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(nella foto Mauro Pericolo)