Trento, 24 gennaio 2012. - Anche chi non usa abitualmente internet avrà sentito parlare dello sciopero attuato pochi giorni fa dai giganti del Web quali Wikipedia, Google, Facebook, Twitte e Mozilla. Tale sciopero ha portato al (momentaneo) abbandono, da parte del Congresso degli Stati Uniti, delle proposte di legge denominate SOPA (Stop Online Piracy Act) e PIPA (Protect Ip Act). “Ma in cosa consistono tali proposte di legge”? L’ approvazione del SOPA permetterebbe ai titolari del copyright di agire immediatamente in modo diretto e senza intermediazione alcuna, andando a impedire la diffusione di contenuti coperti da diritto d’autore.
Praticamente, in maniera legale, si permetterebbe di bloccare l’erogazione di pagamenti (ad esempio da parte di servizi come Paypal) con lo spazio accusato, il blocco dei Provider ( per quanto riguarda l’accesso) che ospitano tale materiale e quello per l’accesso sui motori di ricerca. Strettamente legato a tale proposta è quella del PIPA che permetterebbe al governo statunitense di limitare l’accesso ai siti web che favoriscono la diffusione di file illegali.
“Affari che non ci riguardano… affari americani direte voi”! Nulla di più sbagliato.
Scimmiottando l’iniziativa legislativa americana, il deputato della Lega Nord Giovanni Fava ha fatto approvare un emendamento alla Legge comunitaria ottenendo di fatto il via libera alla più attuale e pericolosa minaccia della libertà di parola online ed allo sviluppo del commercio elettronico ( l’ e-commerce).
“Ma cosa succederebbe se la nuova legge passasse alla Camera” ?
Se le leggi ammazza-internet dei vari Romani, Carlucci, D’Alia, Levi-Prodi, Barbareschi, Maroni e Pisanu hanno fallito ora sembra che lo sconosciuto onorevole Giovanni Fava della Lega Nord faccia centro!
E questo certo il popolo della rete lo ricorderà!
Che la pirateria sia da combattere è indubbio, in quanto lede dei diritti sanciti dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 (Protezione del diritto d'autore edi altri diritti connessi al suo esercizio) ma preme far notare che se l’iter cominciato dovesse diventare definitivo qualunque soggetto interessato potrebbe attivarsi autonomamente (ora solo l’autorità giudiziaria e amministrativa può chiedere ad un fornitore di servizi Internet la rimozione di contenuti illeciti o illegali).
Strano che questo provvedimento passi ora, in quest’era di liberalizzazioni selvagge! Sembra quasi che si voglia liberalizzare anche la magistratura. Un qualsiasi individuo potrà rivolgersi ai provider per imporre una serrata di siti che contengono quello che molto vagamente si definisce “contenuto illecito”.
Tutto ciò porterebbe ad una paralisi del web, cominciando dal regolare funzionamento di una miriade di siti ma non dimentichiamo che tutto ciò annullerebbe anche la direttiva europea sull’ e-commerce che garantisce la “neutralità” dei provider e dei fornitori di servizi. Non trascurabile poi il fatto che chi detiene i diritti avrebbe in mano uno strumento che si potrebbe anche prestare ad una censura molto arbitraria.
Insomma con la scusa di combattere la pirateria online, mettere di fatto il bavaglio al web.
Non è difficile capire a chi voglia far piacere l’onorevole Fava, ma che questo avvenga con l’approvazione del ministro per gli affari europei Enzo Moavero Milanesi, Ministro tecnico del premier Mario Monti, è sconcertante.
Nulla da dire… l’autolesionismo della Lega e di questo governo continua!
Per chi volesse approfondire, è a disposizione il seguente link
Carletto Venturini