A dirlo è lo stesso presidente del Consiglio provinciale rispondendo ad una interrogazione presentata dal M5S per cercare di far luce sulle misteriose dinamiche decisionali che hanno portato l'Istituzione pubblica a schierarsi contro un cittadino ritenuto vittima di comportamenti illeciti da parte di chi siede ai vertici di quella stessa Istituzione sia in primo che in secondo grado di giudizio.
A Kaswalder chiedevamo 3 cose: quali fossero le motivazioni giuridiche che avevano portato a presentare ricorso contro la sentenza di primo grado sul licenziamento del dipendente in questione, quali fossero i motivi tecnici dietro al medesimo ricorso e di rendere noti i contenuti dei verbali dell'Ufficio di presidenza o eventuali altri accordi riguardanti l'ipotesi che le spese per l'avvocato scelto da Kaswalder pagate dall'ente pubblico venissero da lui personalmente rimborsate.
Come al solito le risposte del presidente sono state per così dire, elusive.
Secondo quello che scrive Kaswalder il ricorso in appello non avrebbe motivazioni politiche ma solo giuridiche, motivazioni che però non intende fornire perché la sentenza non è passata in giudicato... cosa che fa ritenere che l'Ufficio di presidenza si appresti ad avallare nuove spese legali per far ricorso anche in Cassazione.
Kaswalder nella sua magnanimità mi fa comunque sapere che se voglio posso andare personalmente a palazzo Trentini per vedere la documentazione... a patto di non rivelare niente a nessuno perché su tutto vige il segreto! Quanto all'ultima domanda a quanto pare non ci sarebbero accordi fra i componenti dell'Ufficio di presidenza ma "decisioni collegiali" che però non si vogliono rendere note rispondendo a un'interrogazione e diverranno disponibili quando il presidente e i suoi fidi scudieri decideranno che sia opportuno farlo...
risposta all'interrogazione 2302