Trento, 7 febbraio 2023. - di Alex Marini*
Il M5S ha presentato un'interrogazione a risposta immediata che verrà discussa nel prossimo Consiglio provinciale, riguardo al destino del sistema integrato di depurazione provinciale, settore con i bandi pubblici in scadenza a breve, che dà lavoro a circa 250 persone in Provincia e sul quale è calato un inspiegabile silenzio.
Il nostro scopo è aprire un dibattito trasparente in merito alle modalità di affidamento della gestione degli impianti di depurazione trentini. A oggi infatti non se ne sa nulla e nemmeno se ne parla, eppure il conto alla rovescia per le nuove gestioni è già partito e si intuisce che dietro le quinte qualcosa si muove.
Stiamo parlando di bandi pubblici per circa 90 milioni di euro a biennio che riguardano l'intero sistema di depurazione della Provincia (suddiviso in 3 lotti, ovest, est e centro). Le opzioni sul tavolo sono in teoria 3. Partenariato pubblico-privato per la gestione dei 3 bacini unificati, oppure gestione provinciale in-house, o ancora, gara d'appalto con affidamento a privati.
In linea di principio, a fronte di procedure trasparenti e di garanzie verso cittadini, dipendenti e ambiente, tutte e 3 le opzioni sono percorribili. Bisogna tuttavia evitare di fare gli stessi errori che hanno portato alle disastrose vicende dell'Ice Rink o dell'ospedale di Cavalese. Servono quindi chiarezza e certezze sulle intenzioni della giunta e ragionare in termini ampi e alla luce del sole riguardo a un tema di grande rilevanza per la nostra Provincia, la quale vanta un'esperienza di primo livello in materia di depurazione, un capitale di competenze e conoscenze accumulato in anni di attività che sarebbe criminale buttare al vento.
Nonostante la sua decisiva importanza, su questo dossier è calato un silenzio tombale. Si sa che è già stata avanzata una manifestazione di interesse, e a dire la verità c'era pure nella scorsa legislatura... alla fine si era optato per un affidamento 2+2 propedeutico allo sviluppo di un Partenariato Pubblico Privato. Normalmente infatti questo genere di appalti dura 9 anni, e in Trentino siamo di fronte ad un'anomalia che desta qualche inquietudine.
Ecco dunque spiegato perché serve far luce sul destino del sistema trentino di depurazione. Bisogna offrire garanzie a livello istituzionale ma anche rispetto ai diritti della cittadinanza e alla tutela dell'ambiente. Soprattutto è fondamentale assicurare la funzionalità ottimale degli impianti di depurazione per ridurre l'impatto antropico sulla natura che ci circonda. La giunta dia dunque le risposte che servono e accetti di renderle pubbliche invece di procedere a fari spenti, magari in vista di un colpo di mano.
*consigliere provinciale-regionale