
Cifre imponenti, che lasciano aperto più di un interrogativo:«Digitalizzare e mettere a disposizione delle amministrazioni la documentazione amministrativa è certamente una buona cosa, permette di risparmiare carta e in teoria di snellire i tempi di attesa rendendo più veloci le pratiche burocratiche.
Quello che però colpisce in maniera assolutamente negativa è l'entità del costo sostenuto dalla collettività per implementare il programma, inserire i dati e per la manutenzione del sistema. Non aveva la PAT a disposizione nessun tecnico in grado di creare un programma adatto, o ancora meglio di adattarne uno open source, disponibile gratuitamente in rete? Se no, cosa ci sta a fare una controllata provinciale come Informatica Trentina?
E per quanto riguarda i costi di lungo periodo, considerati i tempi nei quali viviamo quanto può essere sostenibile un sistema che ogni anno richiede di iniettare 2,6 milioni di euro?
Infine, ed è la ciliegina sulla torta, a fronte di costi simili, come è possibile che esistano ancora enti e fondazioni provinciali che non si sono adeguate all'utilizzo del programma ed alla digitalizzazione dei dati? Insomma, ci pare proprio di essere di fronte all'ennesimo caso di manica larga provinciale, dove l'importante non sembra essere spendere bene i soldi dei cittadini, ma solo spenderli.
Questo andazzo non andava quando soldi ce n'erano, figuriamoci ora che tutto il sistema Paese è in forte sofferenza. Se in Trentino gli amministratori vogliono continuare su questa strada poi non stupiamoci se nel resto d'Italia parlano dell'autonomia come di un privilegio da abolire!».
* comunicato