Pergine Valsugana, 19 aprile 2019. - di Ezio Avvisati
Secondo i primi accertamenti, i resti rinvenuti sarebbero estumulazioni ventennali destinate alla cremazione, provenienti da vari cimiteri del Veneto.
A gestire la macabra attività sarebbe la cooperativa "Linea Momenti" di Pergine Valsugana.
La cooperativa, in possesso delle regolari autorizzazioni per il trasporto dei defunti, avrebbe utilizzato il capannone per aprire le bare, collocare i resti umani in scatole di cartone e destinarle poi alla cremazione.
Le salme, private delle coperture in legno e in metallo, avevano costi di cremazione molto più bassi: si stima un risparmio di 400 euro a salma. Le casse sezionate venivano poi avviate allo smaltimento, dopo aver separato accuratamente le parti in metallo da quelle in legno. Dal quantitativo di zinco smaltito dalla cooperativa negli ultimi 3-4 mesi si stima che nel capannone siano state traslate almeno 300 salme, con un vantaggio economico stimabile in 120.000 euro.
I locali sono stati posti sotto sequestro dalla procura, che indaga per vilipendio di cadavere e gestione illecita di rifiuti.
Le salme rinvenute sono state temporaneamente sistemate nel cimitero comunale, in attesa di essere avviate alla cremazione.