La maggioranza di centrosinistra autonomista prima accetta parametri soffocanti, poi finge di ribellarsi. Civica Trentina sarà in prima fila
La verità però è ben altra, ed è difficile alla lunga da sostenere visto che adesso si sta verificando tutto il percorso del punto nascita di Cavalese e su pressioni di grande importanza fatte dai Sindaci della Valle di Fiemme e Valle di Fassa, si sta cercando di fare delle retromarce organizzative dopo le ben note minacce addirittura di querele a fronte di fatti che proprio nella serata di domenica sono stati, invece, confermati.
A fronte di ciò, è tempo e ora di stanare questi giochi tenendo presente che la situazione attuale è stata generata dalla firma dell'allora Assessore Rossi che ha accettato, nel confronto Stato-Regioni, il limite dei 500 parti che sono diventati soglia invalicabile, salvo un percorso di deroghe pur nella stabilizzazione di quella sicurezza che negli ospedali trentini c'è sempre stata a prescindere dalle tabelle che oggi vengono imposte.
Quello che noi vogliamo dire è che, come Civica Trentina, ci batteremo fino in fondo su questo tema e saremo pronti quindi a smascherare inganni e "giochi delle tre carte" visto e considerato che il punto nascita di Cavalese dev'essere l'ariete, per così dire, per la riapertura della discussione del punto nascite di Arco che è del tutto simile in termini di numeri, di caratteristiche, di necessità e di bacino di utenza.
Crediamo che questi percorsi per l'affermazione del percorso che ci viene dato dall'autonomia sia un atto doveroso e anche un'assunzione di colpe senza glorificare alcuno ma soprattutto senza far emergere il fatto che laddove ci siano i Ras del quartiere le situazioni tendano ad essere cristallizzate a tempo per motivi elettoralistici mentre altre sono abbandonate a se stesse, come Arco e Tione.
Una politica dell'indecenza, questa, che riguarda e contrassegna una Giunta provinciale che fa dei giochi e dei giochetti l'arte di governo e che nella concretezza dei fatti – dopo aver accettato, lo si ripete, il limite dei 500 parti nel 2010 – ora gioca o si erige a difendere situazioni che non avrebbero dovuto neppure venirsi a generare perché costituiscono una ingiusta messa in discussione di un diritto dei nostri territori e delle nostre vallate.
* consigliere provinciale-regionale